Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus e coordinatrice del gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” oggi è stata audita nell’ambito delle audizioni informali che la Commissione Affari Sociali sta svolgendo in merito alla situazione dei pazienti oncologici durante l’emergenza Covid-19. Annamaria Mancuso ha illustrato nel dettaglio l’indagine sulla presa in carico dei pazienti realizzato in collaborazione con le 30 Associazioni del gruppo, recentemente presentato alla stampa nel corso di un web press conference. I membri della commissione hanno espresso grande apprezzamento per l’iniziativa e hanno rinnovato il loro impegno per il recepimento delle istanze delle Associazioni pazienti.
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Un nuovo promotore per l’Accordo di legislatura
Presentata dal nuovo membro del nostro Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro” – il Senatore Massimo Ferro – un’interrogazione al Ministro per la Salute finalizzata a chiedere chiarimenti in merito agli atti posti in essere dal Ministero sull’indirizzo politico fornito dai due rami del Parlamento, che recepirono all’unanimità l’accordo di legislatura in 15 punti per una migliore presa in carico del paziente oncologico. L’emergenza COVID ha purtroppo segnato una flessione dell’impegno per migliorare il rapporto fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i malati di cancro certificata dall’interruzione di diagnosi, trattamenti e visite di follow up. L’atto del Senatore Ferro vuole essere dunque di pungolo per riprendere a lavorare in modo costruttivo e migliorare l’offerta sanitaria per questi pazienti. C’è probabilmente bisogno di una nuova Governance sul cancro che ponga in primo piano i dossier più urgenti e gli obiettivi raggiungibili. Grazie al Senatore Ferro per questa iniziativa che arriva al momento giusto e che crediamo possa essere di stimolo per l’amministrazione al fine di rinnovare il suo impegno nei confronti dei nostri pazienti.
Diamo il benvenuto all’Associazione “Tumore al seno metastatico – Noi ci siamo”
Ancora un’altra associazione si unisce al progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. Con l’Associazione “Tumore al seno metastatico – Noi ci siamo”, il progetto arriva a quota 31 associazioni coinvolte.
L’Associazione “Tumore al Seno Metastatico – Noi ci siamo”, costituita nel 2016, è la prima realtà italiana curata e gestita da donne con tumore al seno al IV Stadio. È nata per accendere i riflettori sulla malattia e diffonderne la conoscenza, attraverso la promozione di iniziative, studi e ricerche in campo oncologico, aggiornamento professionale, attività di prevenzione, raccolte fondi e divulgazione sulla patologia.
Lieta di unirsi al gruppo di Associazioni del progetto, la Presidente Marina La Norcia dichiara: «È con grande piacere, onestà d’intenti e spirito di collaborazione che “Noi Ci Siamo – MBC Italia”, la prima associazione nazionale del Tumore al Seno Metastatico, calcando le orme lasciate in eredità dalla fondatrice, Mimma Panaccione, aderisce alla mission di un gruppo così ampio di Associazioni Pazienti. Mai come in questo momento storico di emergenza sanitaria per via della pandemia, si evince l’importanza e la necessità di “Unione”, di fare rete, lavorando in sinergia per una presa in carico e una tutela sempre maggiori in termini di umanizzazione, servizi, diritti, qualità di cura».
Per conoscere l’Associazione “Tumore al seno metastatico – Noi ci siamo” leggi la pagina dedicata alle Associazioni.
Pazienti e Coronavirus: i risultati dell’indagine
Sono stati presentati durante la conferenza stampa “Vivere con il tumore ai tempi del coronavirus” del 15 maggio 2020, i risultati dell’indagine condotta online dal 14 al 29 aprile nell’ambito dell’iniziativa “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” sui pazienti oncologici o onco-ematologici di tutta Italia. Il sondaggio offre l’opportunità di trarre delle considerazioni importanti su come i pazienti hanno vissuto la fase di emergenza legata alla diffusione del coronavirus dal punto di vista assistenziale, sociale e personale.
L’obiettivo principale dell’indagine è quello di conoscere in che modo sono state gestite durante la fase di lockdown le attività di diagnosi, cura e follow-up dei pazienti al fine di identificare le aree prioritarie di intervento nei prossimi mesi di convivenza con il COVID-19 da sottoporre all’attenzione delle Istituzioni.
I RISULTATI
Il campione
I dati sono stati raccolti attraverso un questionario online al quale hanno partecipato complessivamente:
774 pazienti oncologici e onco-ematologici da tutto il territorio nazionale.
Più della metà del campione è seguito in un Centro oncologico nel Nord Italia, l’altra metà si divide equamente tra Centro e Sud e Isole.
Rispetto alla fase del percorso diagnostico-terapeutico il 52% del campione è in follow-up, il 44% in terapia e il 4% in fase di diagnosi.
Le preoccupazioni, i bisogni e i fattori di forza per i pazienti
I dati raccolti evidenziano che la preoccupazione maggiore per i pazienti oncologici e onco-ematologici è dover rinunciare a esami e controlli di follow-up (34% delle risposte). Segue il timore di essere più esposti al rischio di contagio a causa delle terapie (16%) e di non avere l’adeguata protezione in ospedale (15%).
Le informazioni quotidiane sul coronavirus sono il fattore che accresce maggiormente la preoccupazione dei pazienti (28% delle risposte). Fattori altrettanto angoscianti sono l’incertezza economica (21%) e la mancanza del rapporto con il medico curante (21%).
In questo momento di emergenza i pazienti trovano consolazione nell’avere la famiglia accanto (34% delle risposte), mentre il 14% preferisce non pensarci, seguito dal 12% che preferisce parlare con gli amici e il 10% guardare la TV. Solo nel 3% delle risposte i pazienti cercano il supporto dello psicologo. Dall’analisi qualitativa dell’opzione di risposta ‘altro’, il lavoro risulta il principale motivo di distrazione.
Si evince, inoltre, una una certa preoccupazione legata alle incertezze sulla presa in carico, la cura, la paura del contagio, la situazione economica e lavorativa: dal 44% delle risposte emerge che i pazienti sentono il bisogno della certezza delle cure e nel 20% di percorsi dedicati di accesso nei Centri. Essenziale il sostegno economico (16%), informazioni chiare sul rischio di contagio (15%) e la disponibilità di dispositivi di protezione (13%).
Avvertito dai pazienti come il rischio maggiore per la propria salute in questa situazione di emergenza è la loro condizione di immunodeficienza (47% delle risposte). Nel 21% delle risposte i pazienti si sentono più esposti al contagio a causa alla mancanza di adeguati percorsi di protezione negli ospedali e nel 18% il rischio maggiormente percepito è il rinvio delle visite di controllo
La sospensione dei servizi ospedalieri
Sono interessanti i dati relativi alla sospensione dei servizi nel momento di emergenza. A livello nazionale il 36% dei pazienti ha lamentato la sospensione di esami e visite di follow-up. Un paziente su 5 ha segnalato la sospensione degli esami diagnostici.
Dall’analisi del dato macro-regionale emerge che al Nord, nonostante sia la parte del Paese più colpita dall’emergenza coronavirus, solo il 14% dei pazienti lamenta la sospensione di esami e visite di follow-up mentre al Centro e Sud Italia questa percentuale sale al 40%.
Per quanto concerne la comunicazione tra i pazienti e i Centri oncologici, in caso di sospensione di una attività di cura, 1 paziente su 3 è stato avvisato dalla segreteria ospedaliera mentre 1 paziente su 5 ha dovuto contattare la struttura per avere informazioni.
L’informazione
Bisogna considerare l’impatto significativo che la cosiddetta ‘infodemia’ ha avuto, durante l’emergenza coronavirus, sulla comprensione del fenomeno da parte dei pazienti. Infatti, desta preoccupazione il dato secondo il quale internet e i social network sono la principale fonte di informazione dei pazienti (35% delle risposte). Solo il 12% dei pazienti indica lo specialista come fonte di informazione, dato che scende al 5% in riferimento al medico di medicina generale.
La percezione sulla gestione delle Istituzioni
Di non poco conto è il giudizio negativo a livello nazionale che 3 pazienti su 4 hanno della gestione dell’emergenza da parte delle Istituzioni a tutela dei pazienti con patologia oncologica e onco-ematologica.
Nel dettaglio, il 41% dei pazienti pensa che gli interventi non siano stati adeguati, il 19% che siano stati realizzati in ritardo, il 12% che siano stati mandati messaggi contraddittori.
Il 72% dei pazienti dichiara di essere a conoscenza delle norme a supporto dei pazienti e dei familiari previste dal Decreto Cura-Italia, come ad esempio: incremento giornate usufruibili in base a legge 104 e accesso a smart working.
CONCLUSIONI
I pazienti temono il contagio in ospedale, hanno timore di non essere protetti a sufficienza recandosi presso le strutture sanitarie ma allo stesso tempo sentono il bisogno di essere rassicurati con la certezza delle cure e delle terapie salvavita. In questo quadro occorre mettere a punto strategie idonee a garantire ai pazienti sicurezza e priorià nell’accesso alle strutture sanitarie nazionali, oltre a percorsi personalizzati di terapia attraverso telemedicina o consegna di farmaci a domicilio.
Un elemento significativo è rappresentato dalla differenza nei dati relativi alla sospensione delle cure e dei follow up/esami diagnostici tra il Nord da un lato, e Centro e Sud dall’altro. Sebbene il Nord sia stato maggiormente colpito dall’epidemia i servizi sospesi sono stati minimi, questo probabilmente denota che il resto del Paese in ambito oncologico e onco-ematologico non corre alla stessa velocità. Una differenza che non può più essere ignorata da parte delle Istituzioni per garantire a tutti i cittadini italiani la medesima garanzia al diritto alla salute.
Inoltre, occorre definire canali di comunicazione agevolati con le strutture sanitarie per assicurare ai pazienti, continuamente sollecitati da fake news e messaggi fuorvianti, una informazione chiara e affidabile.
In conclusione, l’indagine afferma chiaramente la necessità di adottare nuove strategie per la presa in carico del paziente oncologico e onco-ematologico, strategie che tengano conto di potenziali emergenze e che sappiano accompagnare il paziente all’interno di un piano personalizzato dal punto di vista assistenziale, sociale e personale.
Vivere con il tumore ai tempi del coronavirus
Si terrà venerdì 15 maggio alle ore 11.30 la web press conference nazionale “Vivere con il tumore ai tempi del coronavirus” nella quale saranno presentati i risultati dell’indagine online alla quale hanno partecipato circa 800 pazienti oncologici e onco-ematologici di tutta Italia, realizzata nell’ambito del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” per conoscere come questi hanno vissuto la fase di emergenza legata alla diffusione del coronavirus dal punto di vista assistenziale, sociale e personale. L’evento sarà inoltre l’occasione per presentare le richieste che le Associazioni pazienti del gruppo rivolgono alle Istituzioni affinché durante la fase di convivenza con il virus sia garantita continuità di assistenza e cura dei pazienti su tutto il territorio nazionale.
Intervengono
Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus
Filippo de Braud, Direttore Dipartimento Oncologia Medica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori, Milano
Angela Piattelli, Vice Presidente SIPO – Società Italiana di Psiconcologia
Giorgina Specchia, Professore Ordinario di Ematologia, Università degli Studi Aldo Moro, Bari
Parteciperanno le Associazioni pazienti sostenitrici del progetto e l’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”
La diretta streaming dell’evento sarà disponibile qui.
Segreteria Organizzativa Pro Format Comunicazione
+39 340 5422434 – amenna@proformatcomunicazione.it
Al via la seconda edizione del Cancer Policy Award, il riconoscimento alla buona politica in Sanità
Lanciata la seconda edizione del Cancer Policy Award, il riconoscimento onorario per i rappresentanti della politica italiana impegnati in Sanità, istituito dalle 30 Associazioni di pazienti oncologici e onco-ematologici del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”.
Quest’anno il riconoscimento rivolto a Parlamentari italiani ed europei, membri della Commissione Europea, Ministri, Assessori e Consiglieri che si sono adoperati con atti legislativi di particolare rilevanza per migliorare presa in carico, assistenza e cura dei pazienti oncologici e onco-ematologici, premierà in particolar modo le iniziative a favore dei pazienti durante le fasi dell’emergenza e della convivenza con il coronavirus in Italia.
Il tema attuale del Covid-19 si aggiunge a quelli già al centro del progetto, come l’attuazione di Reti oncologiche ed ematologiche e PDTA, il riconoscimento della psico-oncologia, la lotta alle fake news, la tutela giuslavoristica dei pazienti.
Le candidature potranno essere avanzate dallo stesso promotore dell’atto o da qualunque cittadino, fino al 30 novembre 2020, all’indirizzo e-mail award@salutebenedadifendere.it.
Il Cancer Policy Award prenderà in considerazione gli atti che la Giuria – presieduta da Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna onlus e coordinatrice del progetto e composta da rappresentanti delle Associazioni, clinici, esperti di diritto ed economia e giornalisti – riterrà meritevoli per la loro peculiare importanza per la tutela dei diritti dei pazienti.
I riconoscimenti saranno assegnati durante il Forum annuale del progetto.
L’Associazione Gabriel e l’Associazione Oltre il Confine si uniscono al progetto
L’Associazione Gabriel e l’Associazione Oltre il Confine entrano a far parte del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” che raccoglie 30 Associazioni pazienti su tutto il territorio nazionale.
Con sede a Bari, l’Associazione Gabriel ha come finalità l’umanizzazione delle cure nei reparti di oncologia, occupandosi di promuovere la realizzazione di ambienti idonei nei quali coniugare pratiche mediche, percorsi accoglienti, e iniziative a favore dei pazienti affinché non si curi solo la patologia ma la persona.
Oltre il confine ha sede a Paola (CS) e si occupa di interventi di assistenza socio-sanitari rivolti a pazienti oncologici e onco-ematologici e in generale alle fasce più fragili della popolazione.
Per conoscere l’Associazione Gabriel e Oltre il confine leggi la pagina dedicata alle Associazioni.
Cambiare il metabolismo per bloccare la crescita dei tumori
È noto come e quanto i tumori crescano in modo incontrollato e disordinato. La loro crescita richiede un metabolismo diverso rispetto a quello delle cellule normali. Un metabolismo alterato, come quello delle cellule tumorali, può essere bloccato in modo da colpire il tumore in modo selettivo. Ma è necessario un processo di conoscenza sui mezzi di controllo del metabolismo delle cellule tumorali.
Due gruppi di ricerca di Pavia e Padova – coordinati rispettivamente dai Professori Andrea Rasola e Giorgio Colombo – hanno pubblicato uno studio che ha portato alla luce la proteina TRAP1, una proteina che si attiva nelle cellule tumorali e ne modula la capacità di utilizzarne l’energia.
«Abbiamo utilizzato un approccio di avanguardia che permette di analizzare via computer la struttura e la dinamica di TRAP1, abbiamo studiato in che modo i microscopici movimenti della proteina ne determinano la funzione – spiega il prof. Giorgio Colombo dell’Università di Pavia –. La ricerca ha consentito di svelare una porzione di TRAP1 che può ospitare un gruppo di molecole in grado di interferire con il movimento della proteina stessa, inibendone l’attività. Le molecole funzionano come i blocchi meccanici di un motore: si inseriscono tra le parti in movimento e le arrestano o le rallentano.»
La Fondazione Federico Calabresi Onlus si unisce al progetto
Raggiunge quota 28 il network di Associazioni pazienti che sostengono “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” con l’arrivo della Fondazione Federico Calabresi Onlus. La Fondazione si impegna, attraverso attività di informazione sul territorio, a migliorare la qualità della vita delle persone che si trovano ad affrontare il difficile percorso della malattia, inoltre sostiene la ricerca in campo oncologico e onco ematologico assegnando premi e borse a giovani medici.
Per conoscere la Fondazione Federico Calabresi Onlus leggi la pagina dedicata alle Associazioni.
Emergenza Coronavirus: la survey per i pazienti
Il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” lancia l’indagine rivolta ai pazienti oncologici o onco-ematologici di tutta Italia per offrire uno spazio di ascolto su come stanno vivendo questo periodo di emergenza legato alla diffusione del Coronavirus, da diversi punti di vista: assistenziale, sociale e personale.
L’obiettivo della survey è quello di realizzare una fotografia attuale della situazione da poter condividere con le Istituzioni al fine di mantenere costanti l’informazione e l’interesse verso i bisogni dei pazienti e identificare aree prioritarie di intervento in questo delicato momento di transizione verso la fase di convivenza con il Covid-19.
Sarà possibile partecipare all’indagine fino al 29 aprile compilando il questionario presente in questo link