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Rifiuti urbani e salute della popolazione: Lombardia esclusa dallo studio di sorveglianza SESPIR. L’Onorevole Davide Tripiedi (Movimento 5 Stelle) chiede spiegazioni al Ministro

In una interrogazione a risposta in Commissione rivolta al Ministro della Salute, l’Onorevole Davide Tripiedi (Movimento 5 Stelle)  ricorda che il SESPIR (Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della popolazione residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti) ha l’obiettivo generale di fornire metodologie e strumenti operativi per l’implementazione di sistemi di sorveglianza in materia di rifiuti e salute volti alla valutazione dell’impatto del ciclo di trattamento dei rifiuti solidi urbani sulla salute della popolazione coinvolta, tenendo conto delle differenze informative delle diverse realtà presenti sul territorio nazionale. La valutazione è stata condotta nelle regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Sicilia. La popolazione esposta è stata definita in base alla distanza dalla residenza agli impianti, valutata su base censuaria, scegliendo raggi differenti a seconda dell’impianto in questione (3 chilometri per gli inceneritori, 2 chilometri per le discariche, 500 metri per i Tmb).
Da una ricerca del 2014 condotta dall’Istituto Superiore di Sanità e dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), è emerso che a Brescia, città ove è presente il più grande inceneritore d’Europa in quanto a portata annua di rifiuti bruciati, ci si ammala di tumore più che nel resto d’Italia e che esiste una correlazione diretta tra l’insorgenza dei tumori e diossine, Pcb e simili, inquinanti notoriamente prodotti dagli inceneritori, inclusi gli impianti di ultima generazione come quello del capoluogo lombardo.

Si chiede in conclusione di sapere:

  • quali siano i motivi che hanno portato all’esclusione dal sopraindicato progetto SESPIR della Regione Lombardia;
  • se il Ministro interrogato non intenda proporre lo stesso studio SESPIR o uno simile anche per la Regione Lombardia, ponendo particolare attenzione agli impianti di incenerimento presenti sul territorio e al loro impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini lombardi.

Per leggere l’atto:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5/12531&ramo=CAMERA&leg=17

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Ancora sulla Terra dei Fuochi: la Senatrice Paola Nugnes (Movimento 5 Stelle) chiede monitoraggio, bonifiche e informazione ai Ministri della Salute e dell’Ambiente

In un’interrogazione a risposta scritta rivolta ai Ministri della Salute e dell’Ambiente la Senatrice Paola Nugnes (Movimento 5 Stelle) fa presente la grave situazione epidemiologica relativa a tumori sviluppati dai residenti della cosiddetta “Terra dei Fuochi” così denominata a causa del fenomeno dei continui incendi di rifiuti illecitamente abbandonati o depositati in modo incontrollato; in questo contesto è stato acclarato un ulteriore fenomeno criminale, ossia la gestione e l’interramento illecito di rifiuti, anche di origine industriale, che ha destato legittime preoccupazioni dei cittadini di quelle zone in ordine ai pericoli per la salute.

In conclusione si chiede di sapere:
1) se i Ministeri interrogati non ritengano necessario adottare, nell’ambito delle proprie attribuzioni, gli opportuni provvedimenti finalizzati ai miglioramenti da attuare nell’ambito della prevenzione e dei percorsi terapeutico-assistenziali sull’intera popolazione nazionale, con particolare riguardo all’intera popolazione delle province di Caserta e Napoli;

2) se non considerino che sia opportuno richiedere agli enti preposti un report aggiornato su quali siano i siti sottoposti a interventi di bonifica ricadenti nel Piano regionale per le bonifiche e su quali terreni ricadano le limitazioni e i divieti di produzione agroalimentare;

3) se non ritengano opportuno assumere iniziative di competenza per razionalizzare il sistema di raccolta e analisi dei dati da inserire nel Registro tumori e chiarire in modo definitivo il nesso esistente tra l’inquinamento ambientale e l’aumento dei casi di tumore nei comuni rientranti nel territorio della Terra dei Fuochi;

4) quali azioni di competenza intendano intraprendere per intensificare il monitoraggio ed il controllo dello stato dell’inquinamento e quali azioni ritengano necessarie per individuare soluzioni strutturali finalizzate a ripristinare un corretto equilibrio dell’ecosistema dell’intera area compresa tra le province di Caserta e Napoli;

5) se non intendano adottare iniziative di competenza anche attraverso una campagna di prevenzione finalizzata a una maggiore informazione della popolazione adulta e a una più efficace valutazione di screening oncologici programmati;

6) se il Ministro della salute intenda sollecitare le ASL competenti affinché una particolare attenzione venga dedicata agli aspetti di informazione e comunicazione degli elementi conoscitivi a supporto della pianificazione di attività di prevenzione primaria e di promozione della salute dei bambini, in linea con quanto previsto dagli impegni stabiliti nelle conferenze europee su ambiente e salute per l’infanzia (WHO/Europe, 2004; WHO/Europe, 2010).

Per leggere l’atto:
https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/482856

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Vaccino anti-Papilloma Virus, carenza nelle ASL lombarde? Daniela Gasparini (Partito Democratico) sollecita spiegazioni

In un’interrogazione rivolta al Ministro della Salute e presentata in Commissione Affari Sociali della Camera l’Onorevole Daniela Gasparrini (PD) dopo aver sottolineato l’importanza della vaccinazione contro il Papilloma Virus chiede di verificare la questione dei problemi di carenza segnalati in alcune ASL lombarde, chiedendo al Ministro se ne sia a conoscenza e se tale carenza sia riscontrabile anche in altre regioni, oltre alla Lombardia. Si chiede inoltre di conoscere quali iniziative urgenti, nell’ambito delle sue competenze e nel rispetto di quelle regionali in materia sanitaria, il Ministero intenda adottare affinché siano osservati il nuovo Piano Vaccinale e il protocollo terapeutico per la somministrazione del vaccino anti-HPV.

Il testo al link:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5/12441&ramo=CAMERA&leg=17

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Tumore al seno: allargare lo screening e migliorare la presa in carico. Mozione della Senatrice Laura Bianconi (Gruppo NCD)

La Senatrice Laura Bianconi ha presentato una mozione sul tumore al seno e la sua prevenzione. L’atto impegna il Governo a:
1) valutare l’opportunità di attivare le procedure necessarie ad estendere le campagne di screening anche nella fascia d’età tra i 45 ed i 49 anni, al fine di favorire l’accesso a percorsi terapeutici con una maggior probabilità di successo;
2) attivare tutte le iniziative opportune per incrementare la conoscenza e la consapevolezza delle donne e degli attori del Sistema Sanitario Nazionale sul carcinoma mammario in stadio avanzato o metastatico;
3) valutare l’opportunità di promuovere l’adozione di opportune linee guida nazionali, al fine di garantire su tutto il territorio italiano standard più elevati nella presa in carico delle pazienti con tumore al seno metastatico, un’avanzata assistenza sia clinica che psicologica ed un più rapido accesso alle più recenti terapie innovative rese disponibili dalla ricerca clinica.

Per leggere il testo integrale:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1046079

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Garantire l’accesso equo ai test BRCA1 e BRCA2: risoluzione dell’Onorevole Donata Lenzi (Partito Democratico)

L’atto è rivolto ad impegnare il Governo ad assumere iniziative per garantire a tutte le pazienti, indipendentemente dalla Regione di appartenenza, preventivamente acquisiti i pareri tecnici del Consiglio superiore di sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità, un accesso omogeneo ed equo al test BRCA e alle cure per le donne affette da carcinoma ovarico e/o mammario, e ai percorsi di prevenzione sia per queste donne sia per le donne sane risultate BRCA-mutate. Inoltre l’atto impegna il Governo ad assumere iniziative per assicurare l’introduzione del test BRCA nei Livelli Essenziali d’Assistenza nonché una loro corretta gestione nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, affinché anche in Italia si possa avviare un Programma nazionale di Genetica Oncologica per le forme di predisposizione ai tumori dell’ovaio e della mammella, che coordini ed integri i Piani regionali previsti dal Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018.

Per leggere il testo integrale:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=7/01360&ramo=CAMERA&leg=17

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Ipertermia in Oncologia: interrogazione del Senatore Maurizio Romani (Gruppo Italia dei Valori)

Nell’atto si pone in evidenza come l’ipertermia esplichi la sua azione antitumorale direttamente mediante un’azione citolesiva causata dalla termolabilità della cellula tumorale rispetto alla cellula sana, ed indirettamente, sia favorendo una maggiore penetrabilità dei chemioterapici all’interno della cellula neoplastica per azione sul trasporto transmembrana in presenza di una ipertemia locale, sia provocando un’infiammazione asettica locale con conseguente immunostimolazione ed immunomodulazione. Si illustra poi il problema derivante dalla sospensione del Servizio di ipertermia presso l’Università di Tor Vergata; non consentendo ai pazienti l’accesso alla cura presso il servizio pubblico si deduce che gli stessi dovranno rivolgersi a costose strutture private. In conclusione si chiede di sapere se il Ministero intenda attivarsi per consentire il ripristino del servizio.

Per leggere l’atto:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/03980&ramo=S&leg=17

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Ministero della Salute, le priorità per il 2018: le indicazioni per la prevenzione e l’appropriatezza dell’assistenza

PREVENZIONE
Saranno consolidate le attività per la prevenzione universale e individuale e di sorveglianza epidemiologica delle malattie cronico-degenerative e dei loro determinanti. La promozione della salute, intervenendo sui quattro principali fattori di rischio modificabili di malattie croniche (alimentazione scorretta, sedentarietà, tabagismo, abuso/uso scorretto di alcol), principali causa di morbosità e mortalità anche nel nostro Paese, si avvarrà dell’approccio “intersettoriale” e trasversale del programma strategico nazionale “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari” (approvato con DPCM 4 maggio 2007), che mira a promuovere la salute non solo rinforzando le capacità degli individui (empowerment), ma anche modificando il contesto di vita delle persone.

Le azioni descritte sono ricondotte nel contesto del Piano Nazionale di Prevenzione 2014–2018. Le Regioni, come previsto dai Piani Regionali di Prevenzione (PRP), attueranno le specifiche azioni di contrasto dei principali comportamenti a rischio (sedentarietà, alimentazione eccessiva, fumo, dipendenze o consumo di sostanze alcoliche), investendo sul benessere dei giovani, rafforzando e mettendo a sistema l’attenzione ai gruppi fragili delle fasce deboli della popolazione, con un approccio life cycle.

Proseguiranno le attività del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM) attraverso la definizione del programma annuale di attività ed il monitoraggio dei progetti finanziati, con lo scopo di diffondere i modelli operativi di interventi di prevenzione che abbiano dato i migliori risultati e di condividere le esperienze maturate, rinforzando in tal modo la rete della prevenzione in Italia.

L’ambiente, nella sua accezione più completa e complessa, comprensiva di stili di vita, condizioni sociali ed economiche, è un determinante fondamentale per il benessere psicofisico e quindi per la salute delle persone e delle popolazioni. Molti processi patologici trovano la loro eziopatogenesi, come risulta dalle recenti acquisizioni in tema di epigenetica, in fattori ambientali. Secondo l’OMS, l’inquinamento atmosferico è tra le cause principali dei decessi dovuti a malattie non trasmissibili (ictus e malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie croniche). Proseguirà, pertanto, la partecipazione al Processo paneuropeo Ambiente e Salute dell’OMS (EEHP); in particolare, nella VI Conferenza Ministeriale Ambiente e Salute, svoltasi a Ostrava a giugno 2017, i 53 Paesi della Regione europea dell’OMS/Euro e delle organizzazioni internazionali e non governative hanno ribadito la necessità di adottare gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’UNEP e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015 sul clima. I 53 Paesi si sono impegnati a mantenere le intese già prese nella Conferenza di Parma del 2010 e a rafforzare la collaborazione in direzione della sostenibilità per proteggere l’ambiente e la salute.

I settori prioritari di azione sono gli stessi della Dichiarazione di Parma: acqua e servizi igienici, qualità dell’aria, sicurezza chimica, cambiamenti climatici, città, rifiuti, siti inquinati, sostenibilità ambientale e sistemi sanitari.

Secondo l’OMS gli effetti attesi sulla salute a causa dei cambiamenti climatici (CC), soprattutto quelli dovuti al progressivo riscaldamento del Pianeta, saranno tra i più rilevanti problemi che i Sistemi sanitari dovranno affrontare nei prossimi decenni; senza misure di prevenzione i CC avranno un impatto significativo sui Sistemi sanitari. Gli effetti possono essere particolarmente devastanti quando sono colpiti i gruppi di popolazioni più vulnerabili, come poveri, bambini, anziani e malati; l’invecchiamento della popolazione e la maggiore frequenza di malattie croniche fanno temere che nei prossimi anni si potrà verificare un sensibile aumento della frazione della popolazione suscettibile agli eventi meteorologici estremi.

Dovrà inoltre proseguire l’azione dell’opera di prevenzione riguardante la gestione delle problematiche relative all’amianto, in particolare la creazione di percorsi strutturati di presa in carico globale del paziente (PDTA), della ricerca biomedica e l’aggiornamento del Piano Nazionale Amianto proposto nel 2013 per la relativa implementazione.

Si intenderà, inoltre, sviluppare le attività individuate dal programma G7-2017 a Presidenza Italiana. In particolare, verranno potenziate le attività di sorveglianza e monitoraggio dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute e saranno intensificati programmi e progetti di controllo e verifica della qualità dell’aria, in particolare nelle aree metropolitane e nei Siti di interesse nazionale (SIN), valorizzando, nell’interlocuzione con le Istituzioni competenti, gli aspetti di tutela sanitaria nell’ambito dei programmi di sviluppo del territorio.

COMUNICAZIONE
Al fine di rafforzare la tutela della salute nelle aree di preminente interesse, dovranno essere realizzate campagne di comunicazione utilizzando sia gli strumenti tradizionali di comunicazione sia quelli più innovativi, basati sulle tecnologie dell’Information and Communication Technology (ICT).

Inoltre, tenuto conto che i cittadini si rivolgono sempre più al web per la risoluzione dei propri problemi di salute e che attraverso il web vengono spesso diffuse nella popolazione false informazioni di carattere sanitario che possono risultare dannose per la salute dei cittadini, il Ministero dovrà continuare nella sua attività di presidio e vigilanza su Internet per contrastare le false notizie in modo efficace sotto l’aspetto tecnico scientifico.

PROMOZIONE DELLA QUALITÀ E DELL’APPROPRIATEZZA DELL’ASSISTENZA SANITARIA.
Occorrerà inoltre proseguire nella riorganizzazione dell’assistenza sanitaria e nello spostamento sul territorio del trattamento socio-sanitario delle principali patologie croniche, con lo sviluppo di una diversa cultura orientata alla presa in carico proattiva delle persone con fragilità e cronicità tramite servizi di prossimità. Solo un deciso intervento volto a favorire lo spostamento sul territorio del trattamento socio-sanitario delle principali patologie croniche consentirà che il processo di miglioramento della qualità dell’assistenza si sviluppi in coerenza con l’esigenza di contenimento e di razionalizzazione della spesa sanitaria.

Tale obiettivo è esplicitamente previsto dal Piano Nazionale della Cronicità approvato con Accordo sancito dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le PPAA di Trento e Bolzano il 14 settembre 2016.

Nell’ambito delle politiche sanitarie di livello sovranazionale, grande rilievo va dato alla attività lanciata dalla European Commission nella definizione di Reti per le Malattie rare. Queste sono state istituite nel quadro della direttiva UE sui diritti dei pazienti nell’ambito dell’assistenza sanitaria (2011/24/UE), che facilita anche l’accesso dei pazienti alle informazioni in materia di assistenza sanitaria aumentando quindi le opzioni terapeutiche.

La frammentazione delle conoscenze sulle malattie rare e il numero ristretto di pazienti affetti da una singola malattia fanno sì che un’azione a livello di UE nel settore costituisce un valore aggiunto. Come è noto le malattie rare sono patologie a bassa incidenza e lo sviluppo di Reti di riferimento europee potrà favorire la ricerca mediante ampi studi clinici contribuendo allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici, garantendo un uso più efficiente delle risorse, con effetti positivi per la sostenibilità dei Sistemi sanitari nazionali e soprattutto per decine di migliaia di pazienti affetti da malattie rare e/o complesse nell’UE. Le Reti di riferimento europee sono reti virtuali che riuniscono strutture sanitarie di tutta Europa per affrontare patologie complesse o rare che richiedono cure altamente specializzate assicurando una concentrazione di conoscenze e risorse. In particolare l’Italia è coinvolta nella quasi totalità delle 24 Reti ERN individuate a livello europeo. Con 71 Centri ad alta specializzazione, l’Italia partecipa a 23 Reti ERN, due delle quali sono a guida italiana. Tali reti costituiscono una grande opportunità in quanto consentono la possibilità di avere un consulto “a distanza” con esperti di livello europeo impegnati sulle patologie a bassa prevalenza. Anche se le ERN non sono direttamente accessibili ai singoli pazienti, tuttavia, con il consenso dei pazienti e conformemente alle disposizioni del Sistema sanitario nazionale, il singolo caso può essere inviato dal medico al pertinente membro ERN nel nostro Paese. Pertanto con la costituzione degli ERN è stato raggiunto un importante risultato di collaborazione internazionale in materia di assistenza sanitaria.

Sul tema delle reti, si ritiene importante definire modalità e criteri per l’accreditamento delle Reti di cure palliative, di terapia del dolore, sia per l’adulto sia per l’area pediatrica, in attuazione della legge 38/2010 e di quanto previsto dalle Intese 20 dicembre 2012 e 15 ottobre 2015, che definiscono anche la tempistica per l’adeguamento ai criteri e fattori di qualità omogenei sul territorio nazionale.

A tale riguardo, si rappresenta che per la prima volta anche il nuovo Patto per la Salute 2014–2016 contiene una previsione specifica al riguardo. Infatti, l’umanizzazione nella organizzazione sanitaria garantisce il recupero della centralità del paziente facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia, ma anche di quelli psicologici relazionali e sociali.
Il concetto di centralità del paziente nei Servizi sanitari è stato, infatti, più volte affermato in questi anni nella normativa internazionale, nazionale, regionale e i diritti dei pazienti sono la meta prioritaria dei singoli Paesi e delle Associazioni di pazienti.

Più in particolare nell’ambito delle attività già avviate nel 2017, continuerà il percorso per lo sviluppo di modelli organizzativi relativi alla gestione e al trattamento di patologie di particolare rilievo epidemiologico. In tal senso, dopo aver concluso i lavori per la definizione delle cosiddette Reti tempo-dipendenti, dedicate alla gestione delle emergenze cardiologiche, dell’ictus e del trauma, proseguirà l’impegno al Tavolo tecnico istituito presso Agenas in attuazione di quanto stabilito al punto 8.1.1 dell’Allegato 1 al D.M. 70/2015. In tale ambito, si procederà prioritariamente alla revisione e allo sviluppo delle Reti regionali di interesse oncologico, con l’obiettivo di coniugare la tempestività e l’efficienza degli interventi all’efficacia e sicurezza delle cure, e si procederà con lo sviluppo dei modelli organizzativi dedicati alle medicine specialistiche, alla pediatria e ai trapianti. In tale contesto, in condivisione con Agenas e con le Regioni e le Province Autonome, si completerà l’elaborazione dei protocolli diagnostico-terapeutici (PDTA) per la gestione di un ventaglio di patologie acute e croniche a forte impatto epidemiologico e ad elevata integrazione ospedale-territorio, con la duplice finalità di migliorare l’accessibilità ai servizi e potenziare l’integrazione delle competenze multidisciplinari e multiprofessionali, ottimizzando l’utilizzo delle risorse organizzative, strumentali ed economiche disponibili.

 

INNOVAZIONE DIGITALE
L’innovazione digitale costituisce un fattore determinante per la realizzazione di modelli sia assistenziali che organizzativi rispondenti ai nuovi bisogni di salute della popolazione. Per promuovere in modo sistematico l’innovazione digitale sarà necessario predisporre un piano strategico che, attraverso l’adozione di piattaforme e di soluzioni capaci di supportare un nuovo modello di servizio sanitario basato sui pilastri della continuità assistenziale, del care management, della deospedalizzazione e della piena cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella filiera della salute e del benessere, comporti un efficientamento delle risorse oggi utilizzate (revisione della spesa).

La sanità digitale può rappresentare una leva fondamentale su cui agire per fornire risposte adeguate alle necessità sopra rappresentate, e non solo. La sanità digitale, infatti, rappresenta una leva strategica in grado di innescare un processo di trasformazione in ottica innovativa di modelli, processi e percorsi assistenziali, generando, al contempo, fondamentali stimoli allo sviluppo economico e imprenditoriale a livello nazionale ed europeo.
Un piano d’innovazione digitale per la sanità è una priorità per il rilancio del Paese. Ma per evitare processi d’innovazione frammentari, com’è accaduto negli anni precedenti, tale piano dovrà essere sistemico e dovrà essere sostenuto da una capacità di governance complessiva a livello nazionale.
Occorrerà, pertanto, predisporre una strategia di sanità digitale a livello di sistema Paese, con regia unitaria del Ministero della salute in coerenza con quanto previsto dal Patto della Sanità Digitale.
Continueranno le attività finalizzate a dare attuazione alla disciplina sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), quale strumento che favorisce un sistema di informazione in tempo reale e che consente un miglior monitoraggio dell’appropriatezza delle prestazioni.

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Polveri sottili a Taranto per il “wind day”: cosa fare oltre l’emergenza? Il Governo risponde alla richiesta dell’onorevole Paolo Vella (Forza Italia)

In un’interrogazione rivolta al Ministro dell’Ambiente e presentata in Commissione Ambiente della Camera, l’onorevole Paolo Vella (Forza Italia) ricorda come a ottobre una nube di polvere sottili derivanti dalle attività dell’azienda ILVA abbia colpito nuovamente l’area di Taranto e si sottolinea come i terreni dell’area siano ancora contaminati da sostanze tossiche e cancerogene. Nelle conclusioni si chiede di sapere se, oltre alle misure di emergenza che attivano divieti per le zone contaminate ma non possono nulla nel caso di “wind day” per quanto riguarda le polveri sottili, quali urgenti iniziative intenda mettere in atto il Ministro interrogato al fine di promuovere, per quanto di competenza, l’avvio delle necessarie bonifiche del territorio nonché la messa in sicurezza dei parchi industriali, a difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente del territorio.

Nella sua risposta il Ministero dell’Ambiente ha fatto presente che, sulla base delle informazioni fornite dal Commissario Straordinario e dalla Prefettura di Taranto, che è stato posto in essere un percorso innovativo per la bonifica, ambientalizzazione, riqualificazione e rigenerazione dell’area di Taranto, attualmente in fase avanzata di attuazione. La strategia posta in essere, nell’arco di tre anni, ha consentito, relativamente agli interventi prioritari, di pervenire al completamento di alcuni di essi, nonché al completamento della progettazione dei restanti (intervento di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti, nuova Diga foranea, messa in sicurezza permanente e di emergenza della falda del PIP di Statte). Sono, peraltro, in corso diverse attività preliminari di bonifica del primo seno del Mar Piccolo di Taranto.

È stato già completato il trasferimento di 86 fusti contenenti rifiuti radioattivi dall’ex deposito Cemerad di Statte, è stato predisposto il Piano Operativo Generale di Intervento, avviato l’allestimento del cantiere per la rimozione dei restanti fusti ed il successivo trasporto presso siti autorizzati. Risultano, altresì, in corso di progettazione i lavori di messa in sicurezza dei terreni e della falda delle aree industriali del Comune di Statte.

Per leggere l’atto e la rispota:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5/12546&ramo=CAMERA&leg=17

 

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Il caso della palazzina “oncogena” di Bari: il sottosegretario alla Salute Davide Faraone risponde all’interrogazione dell’Onorevole Alberto Losacco (Partito Democratico)

Nell’atto, dato l’alto numero di decessi per tumore verificatosi in una palazzina di Bari (18 in 26 anni), gli interroganti hanno richiesto l’effettuazione di un’indagine epidemiologica per comprendere gli eventuali fattori di rischio che sono ancora oggi ignoti. Nella sua risposta il sottosegretario ha chiarito come il 16 gennaio 2007 l’ARPA della PUGLIA abbia svolto un sopralluogo. Sono stati così posizionati dei dosimetri per il radon ed eseguite misure radiometriche istantanee. Si è anche provveduto ad ispezionare i locali dello scantinato oltre ad identificare gli eventuali impianti a radiofrequenza presenti nelle vicinanze. Non sono state riscontrate particolare anomalie nei valori né la presenza di altri fattori di rischio. Si è allora provveduto, attraverso il Registro tumori, ad identificare le persone malate e i tipi di tumori da cui sono state affette. Si è potuta così rilevare un’estrema varietà di tipologie e sedi tumorali, riconducibili ad una molteplicità di possibili fattori eziologici e solo alcuni ascrivibili anche a fattori ambientali, per lo più di natura professionale. Nelle conclusioni il Sottosegretario ha affermato che non risultano quindi al momento particolari fattori di rischio presenti nella zona in cui è ubicata la palazzina, ma che l’azione di monitoraggio sarà comunque portata avanti dagli enti preposti a livello locale.

Per testo dell’interrogazione e risposta ecco i link:
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=3/02650&ramo=CAMERA&leg=17

Pagg. 7-10  http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0877/stenografico.pdf

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Editoriale a cura
di Annamaria Mancuso

Il 2017 sta per finire ed è tempo, prima del Forum del 29 novembre, di fare delle valutazioni. Abbiamo ragione di credere che l’anno in corso sia stato molto importante per il nostro progetto poiché ci ha visti sempre più attivi sul territorio con proposte concrete e tese alla ricerca di potenziali benefici per i pazienti. Proprio in questi giorni abbiamo incontrato il Presidente dell’AIFA Stefano Vella, che non è soltanto un dirigente della Pubblica Amministrazione ma anche uno scienziato di livello mondiale e di grande umanità, che ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Vella ha apprezzato molto il nostro approccio ai problemi oltre a condividere gli obiettivi di fondo del progetto e la trasparenza nel perseguirli. Ha confermato che il fondo per i farmaci oncologici innovativi di 500 milioni è incardinato nel bilancio dello Stato in un capitolo di spesa specifico. Proprio in questi giorni inoltre il gruppo Lega Nord al Senato ha presentato un’interrogazione a risposta orale al Ministro della Salute (primo firmatario il Senatore Nunziante Consiglio) sull’attuazione del programma Guadagnare Salute, uno dei capisaldi del nostro progetto. Sappiamo della valenza di questo progetto e la nostra Commissione Tecnico Scientifica ci ha recentemente segnalato i dati di uno studio italiano sui benefici per la salute degli italiani che deriverebbero da un’attenta attuazione del programma sugli stili di vita, tenendo presente che le malattie cronico-degenerative provocano oltre l’80% dei decessi in Europa. I ricercatori stimano che, dei 175.603 decessi per tumore occorsi nel 2013 in Italia, più di 67.000, ovvero il 38%, sarebbero attribuibili a quei comportamenti sbagliati. Speriamo che la nostra interrogazione sia da pungolo per questo Governo e per quelli a venire al fine di dare spazio a questo programma di prevenzione veramente innovativo ed importante. Nel nostro Forum avremo modo di parlarne e cercheremo anche di tracciare una piattaforma programmatica valida per la prossima legislatura, finalizzata a creare condizioni migliori di presa in carico e di accesso alle cure per i pazienti onco-ematologici.

Anna Mancuso

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