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Contenere la mobilità sanitaria in oncologia si può, la pandemia lo ha dimostrato: l’indagine qualitativa presentata all’8° Forum istituzionale del Gruppo

Reti multidisciplinari intra ed extra-regionali, teleconsulti, invio di referti online e cartelle sanitarie digitali, consegna di farmaci a domicilio: supporti e servizi senza i quali sarebbe stato difficile, se non impossibile, gestire l’assistenza sul territorio ai pazienti oncologici e oncoematologici durante i mesi ‘caldi’ dell’emergenza Covid, tenendo il più possibile al sicuro dal rischio contagio le persone che convivono con un tumore e soprattutto calmierando la migrazione sanitaria che normalmente interessa 1 paziente su 10.

Proprio per questo, suggeriscono le Associazioni di pazienti, i clinici e i rappresentanti istituzionali, le lezioni apprese durante la pandemia non vanno dimenticate ma anzi vanno adottate, potenziate e implementate anche per il futuro.

È quanto emerge dal racconto delle buone pratiche messe in atto durante la pandemia per contrastare la migrazione sanitaria in oncologia raccolte dal gruppo di Associazioni pazienti “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e discusse nel corso dell’8° Forum istituzionale annuale del gruppo, evento di riferimento a livello nazionale per la valutazione e il dibattito sulle politiche sanitarie in ambito oncologico, che si è svolto il 16 dicembre a Roma in modalità ‘ibrida’.

Dalla ricerca qualitativa emergono una serie di soluzioni obbligate durante i mesi di lockdown ma che devono ora essere istituzionalizzate e messe a regime per contribuire a migliorare l’assistenza sul territorio e arginare il fenomeno della migrazione sanitaria dei pazienti oncologici e oncoematologici.

Procede quindi in questa direzione il lavoro del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che fin dal 2014 fa leva sul dialogo diretto con le Istituzioni, sulla base dell’Accordo di Legislatura siglato con tutte le forze politiche e attraverso il forte impegno dei membri dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”.

Il rilevante impegno delle Istituzioni nazionali e regionali per tutelare i diritti e la presa in carico dei pazienti con tumore, anche in questi mesi di pandemia, è stato premiato nella terza edizione del Cancer Policy Award, riconoscimento onorario assegnato ai politici che hanno interpretato e tradotto in Atti a livello nazionale e regionale i punti qualificanti dell’Accordo di Legislatura sottoscritto dalle Associazioni dei pazienti con le Istituzioni. I riconoscimenti sono stati conferiti oggi, nel corso del Forum istituzionale, dalle Associazioni e da una Giuria tecnico-scientifica.

 

 

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Indagine sui tumori ginecologici: i risultati

Cresce, seppur lentamente, la consapevolezza delle donne italiane rispetto ai temi che riguardano la sfera della salute genitale. Tuttavia, le zone d’ombra non mancano e le pazienti che convivono con un tumore ginecologico (tumore endometrio uterino, tumore dell’ovaio, tumore della cervice uterina e della vulva) rivendicano una maggiore informazione e attenzione agli aspetti della vita quotidiana come la nutrizione, la gestione degli effetti collaterali delle terapie oltre che a un più stretto contatto con il proprio medico curante. Ritenuta soddisfacente, invece, l’informazione ricevuta dallo specialista sulle terapie da adottare dopo la diagnosi. Rimane confermato l’accesso lacunoso e disomogeneo sul territorio nazionale ai test genetici BRCA 1/2, offerti solo a 1 paziente su 3.

È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sui tumori ginecologici condotta nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto”, promossa dalle 41 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha voluto indagare le esperienze e le esigenze delle pazienti durante il percorso di cura per portare all’attenzione delle Istituzioni eventuali disagi, bisogni non soddisfatti e proposte per trovare soluzioni adeguate.

Attraverso l’indagine è stata richiesta la testimonianza delle pazienti (65% in follow-up e 31,1% in trattamento), per la maggior parte in età produttiva, sui diversi aspetti del loro percorso di malattia e di cura: diagnosi, prevenzione, scelte terapeutiche, gestione e impatto della malattia, esigenze e priorità.

L’indagine ha confermato il problema delle diagnosi tardive per i tumori ginecologici, legate soprattutto alla aspecificità dei sintomi e alla mancanza dello screening di popolazione. In effetti, il 46,6% delle pazienti ha dichiarato di aver scoperto il tumore in fase avanzata. E il tumore è stato scoperto casualmente (23,3%) o attraverso sintomi aspecifici, condivisi con il medico di famiglia o il ginecologo (43,7%).

L’indagine ha evidenziato che riguardo alla prevenzione rimane ancora molto da fare sottolineando la necessità di rafforzare i programmi di prevenzione primaria: il 37% delle donne si sottopone a visita ginecologica annuale ma il 49% effettua visite diradate nel tempo.

 

 

INDAGINE SUI TUMORI GINECOLOGICI: I RISULTATI

Cresce, seppur lentamente, la consapevolezza delle donne italiane rispetto ai temi che riguardano la sfera della salute genitale. Tuttavia, le zone d’ombra non mancano e le pazienti che convivono con un tumore ginecologico (tumore endometrio uterino, tumore dell’ovaio, tumore della cervice uterina e della vulva) rivendicano una maggiore informazione e attenzione agli aspetti della vita quotidiana come la nutrizione, la gestione degli effetti collaterali delle terapie oltre che a un più stretto contatto con il proprio medico curante. Ritenuta soddisfacente, invece, l’informazione ricevuta dallo specialista sulle terapie da adottare dopo la diagnosi. Rimane confermato l’accesso lacunoso e disomogeneo sul territorio nazionale ai test genetici BRCA 1/2, offerti solo a 1 paziente su 3.

È quanto emerge dall’indagine conoscitiva sui tumori ginecologici condotta nell’ambito dell’iniziativa “In Contatto”, promossa dalle 41 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che ha voluto indagare le esperienze e le esigenze delle pazienti durante il percorso di cura per portare all’attenzione delle Istituzioni eventuali disagi, bisogni non soddisfatti e proposte per trovare soluzioni adeguate.

Attraverso l’indagine è stata richiesta la testimonianza delle pazienti (65% in follow-up e 31,1% in trattamento), per la maggior parte in età produttiva, sui diversi aspetti del loro percorso di malattia e di cura: diagnosi, prevenzione, scelte terapeutiche, gestione e impatto della malattia, esigenze e priorità.

L’indagine ha confermato il problema delle diagnosi tardive per i tumori ginecologici, legate soprattutto alla aspecificità dei sintomi e alla mancanza dello screening di popolazione. In effetti, il 46,6% delle pazienti ha dichiarato di aver scoperto il tumore in fase avanzata. E il tumore è stato scoperto casualmente (23,3%) o attraverso sintomi aspecifici, condivisi con il medico di famiglia o il ginecologo (43,7%).

L’indagine ha evidenziato che riguardo alla prevenzione rimane ancora molto da fare sottolineando la necessità di rafforzare i programmi di prevenzione primaria: il 37% delle donne si sottopone a visita ginecologica annuale ma il 49% effettua visite diradate nel tempo.

 

 

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Il Gruppo continua a crescere con due nuove Associazioni e nuovi membri della CTS

Diamo il benvenuto alle Associazioni EuropaColon Italia Onlus e Insieme con il sole dentro… Melamici contro il melanoma che si uniscono al Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, che raggiunge così quota 41 associate.

EuropaColon Italia Onlus, presieduta dal Professor Roberto Persiani, nasce a Roma nel 2018, come partner italiano del DiCE (Digestive Cancers Europe), associazione ombrello presente a livello europeo e comprendente 40 gruppi affiliati in 30 Paesi. L’Associazione ha lo scopo di supportare i pazienti affetti da tumore colorettale e i loro cari, attraverso attività di sensibilizzazione e informazione sul territorio e nelle scuole.

Presieduta dalla Dott.ssa Marina Rota, “Insieme con il sole dentro… Melamici contro il melanoma” è un’associazione di promozione sociale attiva dal 2018 nella lotta al melanoma, che si occupa di promuovere iniziative di informazione, sensibilizzazione e prevenzione oltre ad offrire sostegno ai pazienti e alle loro famiglie.

Ma le novità non finiscono qui: si espande anche la Commissione Tecnico Scientifica del Gruppo – composta da alcuni tra i più importanti attori dell’Oncologia a livello nazionale – che accoglie tra le sue fila:

  • Rosario Caruso, Presidente AIIAO – Associazione Italiana Infermieri di Area Oncologica;
  • Maria Di Bartolomeo, Responsabile S.S. Oncologia Medica Gastroenterologica – Istituto Nazionale Tumori Milano;
  • Paolo Gontero, Professore Ordinario Urologia Università degli Studi di Torino e Direttore Clinica Urologica, Ospedale Molinette – Città della Salute e della Scienza di Torino.

Diretta Facebook: i diritti dei pazienti oncologici sul lavoro

Martedì 16 novembre, alle ore 17, in diretta sulla pagina Facebook del gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” si terrà un evento online dedicato ai pazienti che convivono con un tumore sui diritti sul lavoro.

L’evento “I diritti dei pazienti oncologici sul lavoro” vedrà la partecipazione di Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus e coordinatrice del gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e Stefano Bellomo, Ordinario di diritto del lavoro all’Università la Sapienza di Roma che risponderanno alle domande che più interessano i pazienti oncologici e onco-ematologici in ambito giuslavoristico: dal periodo di comporto, attualmente in fase di riforma, ai permessi per le visite e gli esami strumentali fino ad arrivare agli istituti dello smart working e del lavoro agile.

www.facebook.com/salutebenedadifendere

 

 

 

 

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Medicina del territorio in oncologia

Sono stati presentati durante la conferenza stampa del 7 ottobre 2021 “La Medicina del territorio non è rimandabile” i risultati dell’indagine sulla medicina del territorio in oncologia – promossa dal Gruppo di Associazioni pazienti “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” con la collaborazione di Astra Ricerche – che affronta tre elementi chiave delle cure di prossimità: telemedicina, supporto e formazione del caregiver, accessibilità a terapie e dispositivi.

Il lavoro ha portato alla presentazione di un documento di sintesi destinato alle Istituzioni nel quale i pazienti chiedono cure sul territorio appropriate e accessibili ovunque, gestite da personale sanitario e caregiver adeguatamente formati, ad alta resa anche tecnologica e finalmente a misura della qualità di vita di pazienti e del caregiver.

Sintesi dei dati
Fulcro del nuovo modello di assistenza territoriale dovrà essere la telemedicina, risorsa fondamentale – secondo il 55,3% dei pazienti – per integrare la visita tradizionale, facilitare la comunicazione con l’oncologo (43,5%) e ridurre ove possibile gli spostamenti da un’area all’altra del Paese (40,2%).

Secondo i pazienti oncologici, per rendere pienamente efficace l’assistenza da remoto, occorre intervenire su due fronti: da un lato il completamento e potenziamento delle Reti oncologiche regionali (46,5%) per consentire il dialogo tra le Regioni con un’infrastruttura informatica adeguata, dall’altro l’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico in tutto il Paese (40,9%) per farne il vero e proprio punto di accesso dei cittadini per fruire di tutte le prestazioni del SSN.

Altro aspetto fondamentale è che nell’assistenza territoriale siano ben delineati i percorsi di accesso alle terapie e all’innovazione. Per il 33,4% dei rispondenti all’indagine, in particolare, la formazione del Medico di Medicina Generale è un tassello cruciale su cui investire per un impiego efficace della telemedicina, mentre per il 54% degli intervistati il farmacista e l’infermiere di comunità andrebbero coinvolti per facilitare la consegna a domicilio e l’assunzione della terapia oncologica, sotto la supervisione dell’oncologo.

I pazienti chiedono un pieno e uniforme accesso su tutto il territorio nazionale ai test genomici e alla medicina personalizzata/predittiva per individuare le terapie appropriate (46,9%), a dispositivi medici e diagnostici di ultima generazione resi disponibili su ampia scala e su tutto il territorio (42,5%) e a piani di medicina personalizzata a misura del singolo paziente (40,1%).

Figura fondamentale di una oncologia del territorio ben strutturata è la figura del caregiver sia informale (parenti/amici) che formale (badanti/tutor) che deve pertanto essere formata e sostenuta. La metà degli intervistati (49,8%) vorrebbe che il Fondo triennale per le attività di cura non professionale andasse innanzitutto alla formazione dei caregiver su assistenza, terapie e dispositivi. 

 

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La medicina del territorio non è rimandabile

Durante la conferenza stampa che si è svolta giovedì 7 ottobre, il Gruppo di 39 Associazioni pazienti “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, ha presentato alle Istituzioni le proposte dei pazienti oncologici – consultati attraverso un’indagine online realizzata con il supporto di AstraRicerche – su tre ambiti della medicina del territorio: telemedicina, supporto e formazione del caregiver, accessibilità a terapie e dispositivi.

Le indicazioni emerse dall’indagine sono state elaborate e argomentate in un documento ufficiale di richieste alle Istituzioni, in vista dell’ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale innescato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, grazie agli oltre 7 miliardi stanziati per quest’obiettivo nell’ambito della “Missione Sanità”, ai quali si aggiungono gli oltre 4 miliardi resi disponibili dalla Commissione Europea per programmi sull’Oncologia

Tra le principali richieste: espandere la Telemedicina, potenziando le Reti oncologiche regionali e il Fascicolo Sanitario Elettronico; coinvolgere Medici di Medicina Generale, farmacisti e infermieri di comunità per realizzare il collegamento e la continuità tra ospedale e territorio; assicurare l’accesso in tutto il Paese a marker tumorali, test genomici e dispositivi medici e diagnostici di ultima generazione; promuovere la formazione dei caregiver.

 

Per saperne di più

 

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In Contatto: al via un’indagine online per conoscere le esperienze e i bisogni delle pazienti con tumori ginecologici

Al via “In Contatto”, una nuova iniziativa promossa dalle 39 Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” con una serie di questionari online per raccogliere le testimonianze dei pazienti e delle pazienti che convivono con le diverse tipologie di tumori per ascoltarli e recepirne bisogni ed esigenze e portarle all’attenzione delle Istituzioni.

A inaugurare l’iniziativa, in occasione della terza Giornata mondiale 2021 dei tumori ginecologici che si celebra oggi, lunedì 20 settembre, un’indagine online per conoscere le esperienze e i bisogni delle donne che convivono con un tumore ginecologico.

Partecipa all’indagine


Il questionario è online da oggi fino al 15 ottobre sulla pagina Facebook del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. Tra i quesiti un ampio spazio è dedicato alla diagnosi, alle indagini genetiche, all’informazione, a scelte terapeutiche e vita quotidiana, a percorso di cura e bisogni.

A questa prima iniziativa seguiranno nei prossimi mesi altri questionari online dedicati alle pazienti con tumore del seno e ai pazienti con tumori gastrointestinali.

Audizione alla Camera per esaminare le proposte di legge su conservazione del posto di lavoro e permessi retribuiti per i pazienti oncologici

Nella mattinata del 14 settembre Annamaria Mancuso ha partecipato, in rappresentanza del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” all’audizione in Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati, in merito all’esame dei 5 disegni di legge relativi alla conservazione del posto di lavoro (periodo di comporto) e ai permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche e onco-ematologiche, invalidanti e croniche.

I 5 disegni di legge, presentati sotto la spinta del Gruppo, sono trasversali a tutti i gruppi parlamentari e ne sono primi firmatari gli onorevoli Silvana Comaroli, Elvira Savino, Debora Serracchiani, Walter Rizzetto ed Enrica Segneri.

Un tema sensibile su cui il Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” lavora da tempo nella speranza che si arrivi presto a un testo unico che possa garantire la conservazione del posto di lavoro ai lavoratori affetti da patologie oncologiche.

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Analizzato per la prima volta il genoma del sarcoma a cellule chiare

Per la prima volta uno studio analizza il genoma del sarcoma a cellule chiare, un tumore raro che colpisce adolescenti e giovani e per il quale non esistono ancora cure mirate.

Il termine “sarcoma” racchiude molte forme diverse di tumori. I sarcomi a cellule chiare sono un tipo di sarcoma dei tessuti molli molto aggressivo che si sviluppa a livello dei tendini e può essere confuso con il melanoma per alcune caratteristiche morfologiche e molecolari.

Lo studio – condotto da un team italo-statunitense guidato dagli Huntsman Cancer Institute Disease Centers e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation – approfondisce la biologia di questo sarcoma e consente di mettere a punto alcuni modelli innovativi che rappresentano uno strumento essenziale per testare nuove terapie precliniche, e arrivare a combattere questa malattia.

Fino ad oggi poco si conosceva sul genoma di questa neoplasia e i risultati di questo studio fanno sperare di arrivare in futuro a una terapia mirata.

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