Particolari novità terapeutiche non ce ne sono: a dare una speranza è soltanto la possibilità di scoprire la malattia quanto prima, cosa che accade di rado e molto spesso in maniera fortuita. Quest’aspetto, combinato all’aumento dell’incidenza (+ 60% negli ultimi 15 anni), spiega perché il tumore del pancreas rappresenti un nemico che i pazienti e gli oncologi affrontano quasi sempre con il timore di essere sconfitti. Su questo terreno, la partita è dunque ancora tutta da giocare. Prevenzione, diagnosi precoce, risposta terapeutica: di progressi da fare ce ne sono ancora tanti, prima di sconfiggere una forma di cancro che oggi consente soltanto a otto pazienti su cento di essere vivi a cinque anni dalla diagnosi.
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